Il Vittoriale degli Italiani – “Levrieri” di Maurizio Boscheri

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“Capolavorare” è una delle molte invenzioni linguistiche dannunziane, e con essa il Vittoriale degli Italiani vuole titolare la sua festa più importante, quella che nel marzo di ogni anno celebra il duplice anniversario di nascita e morte del grande poeta (12 marzo 1863 – 1 marzo 1938). 

E come in ogni compleanno che si rispetti, il Vittoriale festeggia con numerosi doni, presentati al pubblico in occasione della grande festa in programma per sabato 17 marzo a partire dalle ore 11.00. Prosegue infatti su vari fronti l’impegno del Presidente Giordano Bruno Guerri per l’arte: ancora una volta il Vittoriale si riconferma destinatario privilegiato di opere accolte per poter essere nuovamente “donate” al pubblico nel pieno ossequio del detto che fu di d’Annunzio “Io ho quel che ho donato”.

Ad essere inaugurate in quest’occasione saranno, in particolare, Al termine dell’adolescenza, opera scultorea di Paolo Borghi, I Levrieri, dipinto Maurizio Boscheri, Il peso del tempo sospeso di Stefano Bombardieri e ancora Ermione di Carlo Previtali, i meravigliosi plastici di Fiume realizzati da Giancarlo Stival e la stupefacente opera di Roberto Massussi d’Annunzio in uno spillo. 

Una vera e propria personale è invece quella dedicata al giovane artista Quirino Gnutti, le cui tele monumentali dipinte in acrilico su velluto saranno esposte nella sala dedicata al motoscafo antisommergibile utilizzato da d’Annunzio in occasione della Beffa di Buccari, dove rimarranno esposte fino all’1 dicembre 2018. La mostra, curata nella direzione artistica da Sara Pallavicini, Giovanni C. Lettini e Stefano Morelli, espone opere che toccano i temi più vicini all’artista che ricrea una sorta di nuovo universo, da cui il titolo L’illusione del mio tempo. Di questa il Presidente Giordano Bruno Guerri dice: «…mi incanta qualcosa che non ho mai visto prima: delle grandi tele, che non sono più tele, perché coperte di velluto chiazzato di colori, a loro volta percorsi da ghirigori, ghirigori, ghirigori. Come la vita…ma piacerebbe a d’Annunzio? È la domanda che mi faccio sempre, prima di accogliere un artista dentro la Triplice Cerchia di Mura. Sì, questa opalescenza brillante, questo caos ordinato, questi percorsi senza fine, questo tessuto prezioso gli piacerebbero». 

Ma oltre a scoprire e promuovere nuovi talenti artistici il Vittoriale prosegue nella mai finita riscoperta di se stesso: continua infatti il progetto Riconquista, che restituisce ora alla dimora dannunziana due ponti, il Ponte dei Conigli e il Ponte della Fortuna, tornati allo splendore originario dopo aver subito lo spoglio delle decorazioni. E a spregio di predatori e falsari di bellezza, ad arricchire di un punto di vista inedito le vaste collezioni di oggetti e curiosità esposte si aggiungerà una nuova mostra permanente dal titolo Gabbriele Dannuncio, esposizione di falsi autografi il cui commercio è stato stroncato con azione giudiziaria intrapresa dal Vittoriale stesso a difesa della storia e della memoria, e di quanti ancora oggi se ne fanno interpreti e traghettatori.

Qui giacciono i miei cani – A mio parere
Poesia di Gabriele D’Annunzio

Qui giacciono i miei cani
gli inutili miei cani,
stupidi ed impudichi,
novi sempre et antichi,
fedeli et infedeli
all’Ozio lor signore,
non a me uom da nulla.
Rosicchiano sotterra
nel buio senza fine
rodon gli ossi i lor ossi,
non cessano di rodere i lor ossi
vuotati di medulla
et io potrei farne
la fistola di Pan
come di sette canne
i’ potrei senza cera e senza lino
farne il flauto di Pan
se Pan è il tutto e
se la morte è il tutto.
Ogni uomo nella culla
succia e sbava il suo dito
ogni uomo seppellito
è il cane del suo nulla.

Gabriele D’Annunzio, ottobre 1935

Maurizio Boscheri

38068 Rovereto (TN)

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