“MAURIZIO BOSCHERI” DI VOLONTIERI CLAUDIO CRITICO D’ARTE
Maurizio Boscheri, altoatesino vivente a Laghetti di Egna viaggia, sia realmente, che in sogno perchè i suoi animali sono sospesi, fra proiezione onirica e finzione, fra realismo e iperrealismo. E’ il mondo incantato, primigeno, quello che noi inconsciamente immaginiamo, ove le bestie vivevano, seppur con specie differenti, prima della comparsa umana sulla terra. Si può concepirlo così come “il paradiso delle meraviglie”, ossia un universo di fiaba, dove tutto è buono, e non si percepisce affatto il tormento della lotta per l’ esistenza, come avviene in quegli ultimi santuari incontaminati del pianeta, dove gli esseri viventi si mangiano l’ un l’ altro. Lço spazio di Boscheri è quindi uno “status naturalistico” irraggiungibile- difatti, ivi, gli animali rimangono isolati ognuno per se stesso, senza quelle relazioni, come “simbiosi” ” parassitismo” o “altro”, intercomunicanti in natura. Essi diventano quasi “icone bizantine” di loro stessi, da ammirare, e contemporaneamente da rimpiangere, perchè questa loro felice esistenza pur se si vuole “immaginata”, è attualmente minacciata dall’ uomo. e come nell’ arte constantinopolitiana, qui è la sontuosità dei colori che ci pervade – la lucentezza delle tinte brilla e qua e là è punteggiata dai simboli dell’ arcana cultura aborigena. certo, qui non c’è alcuna presenza umana, però ne scorgiamo il riflesso – e gli antichi abitatori dell’ Australia tracciavano questi circoli a mò di simbolo delle forze naturali. con le quali convivevano in “armonia”. ma questa armonia è stata violata dalla civiltà moderna che sta distruggendo l’ ambiente, e la lucentezza cromatica quasi smaltata, evidente se si esamina la superficie degli acrilici, sembra ricollegarsi alla tradizionale pittura su vetro altoatesina – solo che qui i simboli divini sono gli animali stessi che vivono quasi “religiosamente” in una sorta di panteistico “santuario della natura”